Modes of Writing

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Descrivere

La descrizione è il tipo di testo che rappresenta un oggetto, una persona, o un evento. Una descrizione indica caratteristiche, proprietà o qualità, cioè gli stati della cosa.

Perché i modi di essere presentati nella descrizione sono più statici anziché dinamici, prevalgono i tempi presente e imperfetto.

Es. Una nebbia fittissima copre (copriva) la pianura; alberi e case non si scorgono (scorgevano) a un metro di distanza.

La descrizione, per essere ben formata e comunicativamente appropriata, deve essere costruita rispettando una serie di requisiti:

  • Rilevanza: una descrizione rispetta la rilevanza se le caratteristiche dell'oggetto che essa presenta sono caratteristiche informativamente adeguate;
  • Ordine: dipende dal tipo di oggetto (ad esempio la progressione esterno-interno, alto-basso, sinsitra-destra, ecc.);
  • Completezza: dipende dallo scopo del testo, ma anche la competenza del destinatario ha influenza su questo requisito: maggiore è la conoscenza che destinatario e scrivente condividono, minore è il numero delle caratteristiche da esplicitare;
  • Correttezza: è vincolante soltanto per i testi informativi, non è significativo per i testi di fiction.

Oltre alla descrizione di una cosa sola, si può descrivere più di una cosa con una descrizione per analogia o per contrasto.

La descrizione per analogia rappresenta le relazioni di somiglianza fra due o più cose per alcune caratteristiche comuni. La descrizione per analogia fa uso della similitudine, figura retorica consistente in un paragone istituito tra immagini, cose, persone e situazioni, attraverso la mediazione di avverbi di paragone o locuzioni avverbiali (come, simile a, a somiglianza di).

Es. È furbo come una volpe.

La descrizione per contrasto istituisce una relazione di dissomiglianza fra due o più cose per alcune caratteristiche comuni. Il contrasto viene mediato di congiunzioni (ma, però, anzi, invece, ecc.), locuzioni avverbiali (d'altronde, d'altra parte, ecc.), o complimenti di paragone (meno di, più che, ecc.).

Es. Roberto è meno intelligente di Maria.

Sotto la tipologia descrizione per analogia o per contrasta si distinguono due approcci: descrizioni separata e descrizioni contrapposte.

Descrizioni separate: qui è più importante la descrizione del primo oggetto (persona, evento, ecc.). Si descrive il primo oggetto caratteristica per carattersitica. Dopo aver conclusa la descrizione del primo oggetto, si passa alla descrizione del secondo, sempre caratteristica per caratteristica.

Descrizioni contrapposte: qui si oscilla da un oggetto all'altro, a mano a mano che si indicano le varie caratteristiche.

Es. "Notare che io sono molto meglio di Stefano: lo dicono tutti, mica solo mia madre. Lo vedo perfino io, se guardo le cose obiettivamente. Siamo tutti e due molto alti (1,84 io, 1,85 lui, se siete di quelli che tengono molto alla precisione). Ma io sono proporzionato e lui è magro come un chiodo; io ho le spalle larghe e lui le ha strette..."

(da Brunella Gasperini, Grazie lo stesso, Rizzoli).

M. Beltrano, Abilità di scrittura, Paravia, 2000, 61-65.

Vediamo un brano descrittivo da Il piacere di Gabriele d'Annunzio; Si nota l'uso dell'imperfetto:

"L'anno moriva assai dolcemente. Il sole di San SIlvestro spandeva non so che tepor velato, mollissimo, aureo, quasi primaverile, nel ciel di Roma. Tutte le vie erano popolose come nelle domeniche di maggio. Su la piazza Barberini, su la piazza di Spagna una moltitudine di vetture passava in corsa traversando; e dalle due piazze il romorio confuso e continuo, salendo alla Trinità de' Monti, alla via Sistina, giungeva fin nelle stanze del palazzo Zuccari, attenuato.

. . .

Andrea Sperelli aspettava nelle sue stanze un'amante. Tutte le cose a torno rivelavano infatti una special cura d'amore. Il legno di ginepro ardeva nel caminetto e la piccola tavola del tè era pronta, con tazze e sottocoppe in maiolica di Castel Durante ornate d'istoriette mitologiche da Luzio Dolci, antiche forme d'inimitabile grazia, ove sotto le figure erano scritti in carattere corsivo a zàffara nera esametri d'Ovidio. La luce entrava temperata dalle tende di broccatello rosso a melagrane d'argento riccio, a foglie e a motti. Come il sole meridiano feriva i vetri, la trama fiorita delle tendine di pizzo si disegava sul tappeto." (Mondadori, 1995, 5-6)

Narrare

Narrare, o raccontare, vuol dire riportare degli eventi rappresentando le relazioni temporali che fra essi intercorrono. Sono centrali i concetti di evento e di tempo.
Per riportare un evento occorre rispondere agli interrogativi:

  • Che cos'è successo?
  • Chi sono i personaggi coinvolti?
  • Quando è successo?
  • Dov'è successo?
  • Perché è successo?
  • Come è successo?
  • Per mezzo di quali strumenti è successo?

Un testo narrativo indica il passaggio di tempo con parole o locuzioni che sono chiamate "indicatori di tempo". Vediamo qualche esempio:

  • Mentre camminava fischiettava allegramente.
  • Qualche tempo fa l'ho sentito fischiettare allegramente.
  • In quel momento Anna andava a ritirare i soldi.
  • Domani sarà a pranzo da Teresa.
  • Altri esempi di indicatori di tempo sono: prima, dopo, poi, quando, subito, alla fine, fra, tra, da, e le date in generale.

Narrazione al passato remoto

Venne l'inverno, Cosimo si fece un giubotto di pelliccia. Lo cucì da sé con pezzi di varie bestie da lui cacciate: lepri, volpi, martore e furetti. In testa portava sempre quel berretto di gatto selvatico. Si fece anche delle brache, di pelo di capra col fondo e le ginocchia di cuoio. In quanto a scarpe capì finalmente che per gli alberi la cosa migliore erano delle pantofole, e se ne fece un paio con non so che pelle, forse tasso (I. Calvino, Il Barone rampante, Einaudi, 1997)
Narrazione al passato prossimo

Quando mi sono svegliato, stamattina, ho capito subito che si trattava di una pessima giornata. In cinque minuti è successo il finimondo: prima la lavatrice ha scaricato l'acqua sul pavimento; subito dopo, mentre mi davo da fare con straccio e secchio, Argo, il mio cane, ha cominciato a rincorrere il gatto del vicino che era entrato dalla finestra. Il gatto spaventato più dall'acqua che dal cane, si è arrampicato sui tendoni tirandoli giù. E alla fine si è presentato il postino con la notifica dell'ultima multa per divieto di sosta.
Narrazione al presente storico

La libera uscita serale sta per scadere. Stefano Fedato, 23 annu, militare di leva della brigata alpina Taurinese è pronto a rientrare nella caserma Monte Grappa a bordo della sua automobile. Sulla strada però incrocia un gruppo di commilitoni, che gli blocca il passaggio. Scoppia un litigio e questo degenera presto in rissa. Così Stefano Fedato finisce in ospedale per le troppe botte ricevute. (Dalla cronaca cittadina de "La Stampa", 18.10.1997)
Narrazione al presente drammatico

Ho salutato tutti mentre mi allontanavo con la testa ormai altrove. Dopo aver chiuso la porta alle mie spalle mi sono incamminato nel buio, sotto la neve. Ma un rumore improvviso mi fa sobbalzare. Mi guardo intorno, il cuore sopraffatto dalla sorpresa, i pensieri gelati. . . Un gatto, un piccolo gatto infreddolito, era riuscito, lui solo, a strapparmi via dalla mia estraneità.

M. Beltrano, Abilità di scrittura, Paravia, 2000, 35-45.

Argomentare

"Argomentare vuol dire sostenere le proprie opinioni tramite ragionamenti, che siano convincenti per chi ascolta o per chi legge; in altre parole, significa portare qualcuno a condividere la nostra opinione su un determinato tema." (F. Gatta e R. Pugliese, Manuale di scrittura, Bononia, 121)
Gli elementi che caraterizzano un testo argomentativo sono:

  • un tema sul quale si discute;
  • un protagonista che argomenta, cioè che vuole convincere chi ascolta o chi legge;
  • un ragionamento per convincere della validità di un'opinione. Il ragionamento è composto da una tesi/opinione e da argomenti che sostegono. Gli argomenti devono essere pertinenti alla situazione comunicativa, cioè adeguati agli interlocutori. Spesso il ragionamento discute e contrabatte una tesi contraria (controtesi).
  • una eventuale conclusione.

La persuasione è spesso lo scopo di un'argomentazione: chi parla o scrive si propone di influire sul comportamento di chi riceve il suo messaggio. Anche lo scopo di un'argomentazione scientifica, e' quello di convincere, presentando le proprie conclusioni, attraverso una giustificazione che si regge su un'informazione vagliata, elaborata secondo un preciso criterio metodologico, presentata in modo formalizzato, essenziale, senza concessioni alla ridondanza o alla connotazione del messaggio.

Ogni testo argomentativo nella sua struttura più autentica contempla, al suo interno, il riferimento a prove capaci di sostenere giudizi o affermazioni. Tali prove possono consistere in prove di fatto (dati incontrovertibili), indizi (dati da cui si puo' dedurre qualcosa), esempi (casi particolari che possono essere generalizzati e dare cosi' fondamento ad una regola), citazioni (opinioni di esperti).

La costruzione di un discorso argomentativo di avvale anche dei procedimenti retorici (esaminati anche per i testi espositivi) del confronto, della definizione, dell'analogia della classificazione, dell'elenco, come sostegno all'apparato di prove costruito. Da http://www.valsesiascuole.it/crosior/argomentazione/

  • Indicatori di attenuazione: secondo me (te, lui,...), è mia (tua, sua,...) opinione che, credere, pensare, ritenere,...
  • Indicatori di certezza-incertezza: certamente, sicuramente, proprio, forse, probabilmente, senza dubbio, di sicuro,...
  • Indicatori di accordo-disaccordo: essere d'accordo, concordare, non essere d'accordo, dissentire, contestare, appoggiare, contraddire...
  • Indicatori di necessità-possibilità: è necessario, è indispensabile, è (im)possibile, occorre, bisogna, va [+ participio passato], si deve, si può,...
  • Indicatori di valutazione: essere utile, inutile, auspicabile, nobile, importante, banale, ragionevole, corretto, scorretto, decisivo, secondario, centrale, interessante, apprezzabile, digustoso, (in)discutibile, bello, brutto, gradevole, sgradevole, facile, difficile, notevole, indifferente, ragguardevole, (in)opportuno, giusto, sbagliato, interessante... augurarsi, sperare, temere, desiderare, dispiacere, piacere...purtroppo, malauguratamente, finalmente, per fortuna...
  • Indicatori di verità-falsità: essere dubbio, vero, falso, probabile, certo, sicuro, evidente...il dubbio, la verità, la falsità, la probabilità, la certezza, la validità...
  • Indicatori di focalizzazione: il problema (il problema è, il problema è un altro), la problematica, il punto, lo snodo,... cogliere nel segno, centrare (centrare il segno, centrare l'obbiettivo), entrarci (c'entra, non c'entra)...per quanto riguarda, aver a che fare, non aver a che fare,...
  • Indicatori di operazioni-stati mentali: pensare, convincersi, valutare, riflettere, assumere, dare per scontato, immaginare, accorgersi, apprendere, imparare, riconoscere, presuppore, suppore,...pensiero, convinzione, valutazione, concetto, idea, riflessione, ricordo, nozione, riconoscimento, presupposto, ottica, intento, atteggiamento,...
  • Introduttori-modificatori di affermazioni: affermare, rispondere, replicare, sostenere, concludere, domandare, dire, negare, far notare, osservare, ammettere,...
  • Indicatori di garanzia: giustificare, garantire...come tutti sanno, nessuno metterebbe in dubbio, come molti esperimenti hanno dimostrato, come X ha affermato, uno studio di X ha dimostrato che,... è ovvio, è evidente,... ad esempio, ovviamente,...
  • Indicatori meta-argomentativi: tesi, antitesi, premessa, conclusione, argomento, contro-argomento, dimostrazione, confutazione, sillogismo, esempio, prova, argomentazione, deduzione, assioma, dogma, interferenza, ipotesi,...
  • Indicatori di relazione logica: ragione, motivo, causa, cagione, motivazione, effetto, conseguenza, scopo, fine, mezzo, obbiettivo, punto di arrivo (di partenza), fondamento, base,...
  • Quantificatori: Ogni, tutti, ognuno, ciascuno, molti quasi tutti, certi, la totalità di, chiunque, alcuni, taluni, certuni, nessuno, troppi, parecchi, tanti, altrettanti, diversi, vari, qualcuno, chicchesia, quanti,...
  • I soggetti chiamati in causa: Le persone, gli individui, gli esseri umani, il genere umano, un osservatore superficiale, un osservatore attento, colui-colei, quelli che, tutti noi,...

M. Beltrano, Abilità di scrittura, Paravia, 2000, 149-150.

Per una lista dei connettivi argomentativi, cliccate qui.
Vediamo un esempio di un testo argomentativo:

"In generale la mia generazione di moribondi settantenni disprezza questi casi di adolescenza troppo prolungata. Sostiene che bisogna -- a tutti i costi -- diventare maturi. E, certo, siamo circondati da una moltitudine di cinquantenni giovanissimi, di quarantenni adolescenti, di trentenni appena nati: i quali proiettano attorno a se stessi l'alone di un immenso narcisismo, chiedono, non amano la realtà, si lagnano sempre, non sopportano nessuna contrarietà e dolor.

Abbiamo l'esempio di Clinton: questo eroe del nostro tempo. Ha superato i cinquant'anni eppure ha la psicologia di un bambino di tre anni che ruba la marmellata e non ammette di averla rubata, sebbene abbia le mani sporche e la camicia macchiata di ribes.

Quanto a me, questi eterni adolescenti mi piacciono: mi piacciono i loro indulgi, le loro lentezze, la loro passività, e i lunghi sguardi contemplativi. . . Continuare a serbare nell'occhio la freschezza dello sguardo giovanile: diventare maturi e poi vecchi quasi per caso: non disegnare mai il proprio io: concepire la propria vita come un gioco indefinito di possibilità. . . Ho avuto la fortuna di conoscere alcuni grandi vecchi poeti: a ottant'anni posseggono una immensa esperienza, che sembra filtrata da centinaia di vite; eppure qualsiasi goccia di questa esperienza ha la stessa delicata e tenera grazia di quella di un bambino che costruisce il suo castello di sabbia sulla riva del mare. Forse qualcuno dei nostri pigri, indolenti e indecisi figli o nipoti ci preparerà lo stesso dono."

Pietro Citati, "La generazione che non vuole crescere mai," La Repubblica, settembre 1999